Tab Article
Le nuove teorie convivono in modo difficile e talora contraddittorio con alcuni capisaldi del pensiero aristotelico e scolastico. I protagonisti di questa epoca straordinaria sono uomini che vivono all'incrocio dei venti: tra il razionalismo antico, la cui coerenza sistematica si è imposta per secoli; le intuizioni fantastiche, audaci e mistico-magiche del pensiero rinascimentale; la credenza che occorre risalire indietro, fino alla prisca sapientia che fiorì tra Atene e Gerusalemme e il nuovo razionalismo basato sull'idea che l'alfabeto del mondo è la matematica e che l'uomo possiede nuovi mezzi, come il cannocchiale, per moltiplicare a dismisura la sua capacità di osservare il mondo. Newton, coi suoi "Principia" descriverà la legge di gravitazione universale e, attraverso le sue leggi del moto, i fondamenti per la meccanica classica, condividendo con Leibniz la paternità dello sviluppo del calcolo differenziale o infinitesimale, detto sublime. È in questo crocevia entusiasmante e fervido di intuizioni avventate e di passioni umane che nasce la scienza moderna, come ci dice Giorgio Israel nel suo saggio "La mistica dei numeri".